Fratture di avambraccio
Cosa sono
Una frattura dell’avambraccio si verifica quando vi è una frattura di una o di entrambe le ossa dell’avambraccio. Le due ossa dell’avambraccio sono il radio e l’ulna, entrambe sono importanti per il movimento del gomito e del polso e fungono da collegamento ai muscoli dell’arto superiore.
L’avambraccio è considerato una unità funzionale perchè in stretto collegamento con il polso e con il gomito, partecipando attivamente alla rotazione del radio sull’ulna ovvero alla pronosupinazione.
La frattura di avambraccio è un infortunio tipico negli sportivi e nei giovani. La causa principale di questo tipo di frattura è la caduta in avanti a braccio teso. Praticare sport come lo snowboard, la bici o lo sci rappresenta sicuramente un fattore di rischio per questa articolazione.
Al pronto soccorso il medico può tentare di riallineare temporaneamente le ossa, a seconda di quanto lontano e fuori posto sono i frammenti. “Riduzione” è il termine tecnico per questo processo in cui il medico sposta i pezzi della frattura e li rimette in posizione corretta.
Trattamento non chirurgico
Trattamento chirurgico
uando entrambe le ossa dell’avambraccio sono rotte, o se scomposte o se le ossa hanno perforato la pelle (frattura esposta), è necessaria la chirurgia.Se la pelle intorno alla frattura non è lacerata, il medico può aspettare ad operare fino a che il gonfiore dell’avambraccio si è risolto (in genere 3-4 giorni ma a volte anche fino a 10 giorni), questo riduce i rischi di infezione e sindrome compartimentale. Durante questo periodo si consiglia di mantenere il proprio braccio immobilizzato in una doccia gessata, elevato per così da favorire la riduzione del gonfiore.
La riduzione aperta e la fissazione interna con placche e viti il tipo più comune ed efficace di intervento chirurgico per le fratture dell’avambraccio. Durante questo tipo di procedura, si praticano due incisioni all’avambraccio attraverso le quali i frammenti ossei vengono riposizionati (ridotti) nel loro normale allineamento. Essi sono tenuti insieme poi utilizzando placche e viti fissate alla superficie esterna dell’osso
La riduzione aperta e fissazione interna con chiodi endomidollari trova sicuramente indicazione nei bambini, a nostro avviso negli adulti non è consigliabile a causa dell’alto tasso di mancata consolidazione (pseudartrosi) a cui espone per la sua scarsa stabiltà e poi per l’impossibilità di eseguire la fisioterapia e le mobilizzazioni precoci, dovuto al fatto che bisogna necessariamente confezionare un apparecchio gessato subito dopo l’intervento.
In ogni caso, sia in caso di intervento chirurgico, che di immobilizzazione tramite apparecchio gessato, al termine dei primi 30/40 giorni successivi, inizia il percorso di riabilitazione dell’arto.
Nel caso di trattamento chirurgico, specie se l’intervento conferisce da subito totale stabilità all’arto, la riabilitazione avambraccio può iniziare anticipatamente. Già subito dopo l’intervento chirurgico, si possono effettuare i primi esercizi riabilitazione di avambraccio, da svolgere con cura e delicatezza.